Finanza, Economia e Tassazione

Cos’è la finanza agevolata? Misure previste e quali aziende possono accedervi

Tutto quello che c’è da sapere prima di accedere a un bando di finanza agevolata

Molte aziende in Italia possono usufruire di finanza agevolata, ovvero di strumenti – spesso garantiti dalle istituzioni – più vantaggiosi rispetto a quelli che offre il mercato. Ma chi può accedervi e perché?

La finanza agevolata è un termine molto generico per indicare pacchetti di misure economiche spesso eterogenei tra di loro ma accomunati da un unico scopo. La finanza agevolata è prettamente riservata alle PMI (Piccole e Medie Imprese) a cui vanno aggiunte le start-up, le ditte individuali e i liberi professionisti che operano con Partita IVA. La finanza agevolata “sovverte” le leggi del mercato per garantire sviluppo in aree o in condizioni svantaggiate. Si tratta quindi di un intervento istituzionale sull’economia, che può essere di grandi o piccole dimensioni.

In Italia la finanza agevolata è infatti promossa da Stato, Regioni o Unione Europea: le principali istituzioni emanano contributi a fondo perduto o garanzie su prestiti, mutui e finanziamenti. Ma non solo. Vediamo quindi quali sono tutte le forme in cui può concretizzarsi lo strumento della finanza agevolata.

In cosa consiste la finanza agevolata?

Una delle misure più note riguarda ovviamente i contributi a fondo perduto. Si tratta di fondi direttamente accreditati dalle istituzioni che non prevedono una restituzione nel corso del tempo. Naturalmente tali fondi dovranno essere utilizzate per gli ambiti richiesti e rendicontati accuratamente, pena la perdita della sovvenzione.

Tuttavia il mondo delle PMI è molto variegato e sono diversi gli strumenti che possono essere messi in campo, spesso anche con la collaborazione di istituti di credito privati. Tra le misure ricordiamo:

  • Credito agevolato, ovvero la fornitura di un prestito ad un tasso agevolato rispetto a ciò che offre il mercato. In genere il tasso è abbassato dall’intervento delle istituzioni;
  • Sgravi fiscali che si configurano in una riduzione della pressione fiscale per un periodo temporaneo;
  • Garanzia del credito: l’istituzione si pone come garante del prestito, a volte fino al 100% del capitale, ma gli interessi e le spese saranno sempre a carico del beneficiario;
  • Contributo in conto canoni: misura istituita per aiutare le aziende a pagare il locale in cui esercitano o spese di leasing professionali;
  • Contributo in conto interessi: fondi erogati per sostenere gli interessi di prestiti precedentemente contratti.

A chi spetta la finanza agevolata e come accedervi?

Non esiste una categoria preferenziale rispetto alle altre. In genere la finanza agevolata è dettata da decisioni politiche volte a sostenere un determinato settore produttivo ritenuto strategico, ma anche le imprese giovanili, le piccole imprese provate dalla crisi, aree particolarmente svantaggiate del Paese.

Alla finanza agevolata non si accede automaticamente, ma tramite bandi pubblici, spesso europei, a cui bisogna partecipare. Nei bandi sono riportate tutte le caratteristiche da seguire per aderirvi: molto spesso un solo requisito mancante potrebbe far saltare il finanziamento.

I bandi hanno ovviamente una scadenza (anche se a lunghissimo termine) e prevedono una graduatoria finale che certifica quali sono i vincitori del bando e in base a quali criteri.

Anticipiamo che, molto spesso, i bandi sono diretti a particolari codici Ateco, ovvero codici che permettono l’identificazione del settore produttivo di appartenenza in maniera univoca. È quindi importante essere a conoscenza dei propri Ateco e controllare se sono compatibili con le richieste del bando.

Esistono anche altri tipi di bandi che non prevedono una scadenza in particolare ma terminano all’esaurimento della cifra stanziata dall’istituzione.

Come spendere i fondi della finanza agevolata?

I fondi erogati, direttamente o indirettamente, dalle istituzioni sono ovviamente vincolati a un determinato ambito. I soldi, specialmente quelli erogati a fondo perduto, non possono essere usati per un vezzo imprenditoriale personale, ma dovranno essere adoperati in aree ritenute strategiche dalle istituzioni. In genere si parla di:

  • Investimenti materiali, ovvero acquisto di materiali e forniture;
  • Investimenti immateriali, in altre parole consulenza, progettazione, software, brevetti, licenze, marketing.

Cos’è il regime De Minimis?

Molti avranno sentito parlare del regime De Minimis, visto è spesso menzionato in molti bandi pubblici. Molto semplicemente si tratta di uno strumento di finanza agevolata che non comporta la preventiva approvazione da parte dell’Unione Europea.

regime de minimis cos'è

Si tratta quindi di fondi abbastanza esigui da non compromettere la competitività e la concorrenza comunitaria, ma comunque fondamentali per aiutare aziende in difficoltà. Si parla in genere di tale regime quando i contributi non superano i 200.000 euro in tre annualità fiscali, fanno eccezione solo pesca e agricoltura, spesso regolate dalla PAC.

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