Piccole e Medie Imprese

Come condurre un colloquio di lavoro: le tecniche da recruiter

Ecco quali sono alcune tecniche indispensabili che ogni recruiter dovrebbe conoscere!

Prima di ogni colloquio di lavoro non è solo l’aspirante impiegato a preparasi! Il recruiter fa o dovrebbe fare un grosso lavoro preliminare per accogliere al meglio i candidati e scegliere quale può essere il migliore per la posizione aperta. Vediamo quali sono le tecniche più efficaci per scegliere il candidato giusto

Nonostante molti passaggi di un colloquio di lavoro si siano inevitabilmente informatizzati col tempo, l’interazione umana è ancora imprescindibile per scegliere un nuovo dipendente. I colloqui di lavoro avranno cambiato forma nel tempo, ma la sostanza è rimasta pressoché immutata. Il recruiter, spesso scelto tra le fila delle Risorse Umane (HR, nel mondo anglosassone), ha il compito di valutare tutti i candidati secondo un metodo più o meno oggettivo scegliendo l’aspirante più adatto al ruolo.

È vero che in caso di scelta errata è sempre possibile tornare indietro, ma un bravo recruiter dovrebbe immediatamente valorizzare un buon lavoratore e scartare uno poco funzionale alla crescita aziendale.

Come preparare l’intervista?

La fase preparatoria o di preselezione è la più delicata. In questa fase, specialmente per le posizioni di lavoro molto ambite, il recruiter potrebbe trovarsi di fronte a centinaia o migliaia di curriculum. Tante persone diverse da analizzare, tutte con caratteristiche e competenze spesso agli antipodi.

Visto che ogni candidatura merita attenzione, è bene organizzare tutte le richieste pervenute, anche con l’aiuto di un apposito gestionale. Poi si dovrebbe iniziare a restringere la cerchia. Un ottimo metodo è quello di stilare quali caratteristiche/esperienze l’aspirante impiegato deve sicuramente avere. Basta quindi fare domande mirate in fase di candidatura per avere un quadro più chiaro.

Scelta una rosa di candidati è importante procedere a un primo approccio conoscitivo. Alcune aziende chiedono all’aspirante di presentarsi in video, altre di inviare una breve cover letter, altre ancora di fare test attitudinali online tramite piattaforme usate per trovare lavoro online. Tutti approcci validi per arrivare con del materiale da cui partire per il colloquio.

Una volta organizzati gli appuntamenti non c’è altro che scegliere un luogo consono e professionale per le interviste e prepararsi le domande in anticipo. 

Il primo approccio di persona: i passi da seguire

È appurato che un approccio familiare e confidente aiuta gli aspiranti a stare a proprio agio. La posizione di potere del recruiter, infatti, rischia di innalzare una barriera che costringerà il candidato a fornire risposte banali e preconfezionate. È quindi importante stabilire un contatto con il candidato, magari indugiando per qualche minuto prima del colloquio vero e proprio. Abbattere i limiti di demarcazione tra colloquio e conversazione “informale” aiuta il candidato a dare il meglio di sé e a parlare con schiettezza del proprio vissuto.

In pratica è necessario mostrare empatia, e la scelta verrà ampiamente ripagata. Entrare in sintonia, poi, aiuta il recruiter a bypassare quelli che vengono comunemente chiamati “interview bias”, ovvero alcuni pregiudizi che potrebbero falsare l’esito del colloquio.

Capire di più della persona che si ha davanti aiuta a passare oltre fastidiose scelte arbitrarie basate su impressioni soggettive.

Ecco perché partire da uno schema di domande ben stabilite aiuta a standardizzare i colloqui e a comparare le risposte dei diversi aspiranti. L’intuito del recruiter rimane sempre un’arma formidabile per evitare di scegliere il dipendente sbagliato, ma poter stilare i pro e i contro a partire da dati facilmente comparabili è un gran vantaggio.

colloquio lavoro

Altro mantra da seguire è quello della chiarezza: fugare i dubbi aiuta la potenziale risorsa smussare il classico atteggiamento diffidente e concentrarsi sul futuro lavoro da svolgere. Se il candidato sembra realmente interessato, sarà più confortato nel sentirsi riferire con onestà informazioni su mansioni, orari, luogo di lavoro e compensi.

Come gestire un colloquio di gruppo?

Sono molti i recruiter che decidono di svolgere fasi preselettive del colloquio in forma collettiva. Avere più persone nello stesso luogo aiuta a confrontare in maniera autentica e obiettiva le skills in possesso di ognuno e la relativa capacità di svolgere il lavoro. Dall’atteggiamento dei candidati sarà possibile carpire immediatamente il loro orientamento alla socialità e al lavoro di gruppo, più di mille altre parole.

Per gestire un colloquio di gruppo è importante valorizzare ogni singola esperienza lavorativa e di vissuto, senza sminuire alcun particolare. Gli altri candidati, di conseguenza, saranno più motivati ad esporre particolari che non comunicherebbero ai classici colloqui one-to-one. È quindi fondamentale non istituire un clima competitivo ma cooperativo. I candidati che saranno risultati più in linea con le richieste, poi, potranno sostenere un colloquio tradizionale one-to-one.

Come gestire un colloquio virtuale?

La pandemia ha messo i recruiter dinanzi a nuove sfide. Il colloquio frontale può non essere adatto in tempi di distanziamento, quindi meglio utilizzare le tecnologie a nostra disposizione per scegliere il personale dell’azienda. In linea di massima la sfida da superare è quella di abbattere il muro del medium. Se il recruiter riesce a far dimenticare al candidato che sta parlando ad uno schermo, il gioco è fatto.

colloquio online

A seconda del software di webconference utilizzato è possibile lanciare sondaggi, condividere il proprio schermo o mostrare materiali al candidato per rompere il cosiddetto “incantesimo”. In questa fase è anche importante una connessione adeguata e un luogo silenzioso da cui connettersi. Nel caso del responsabile risorse umane, sempre meglio connettersi davanti a uno sfondo neutro, limitando al minimo i rumori circostanti. Mantenere la credibilità, anche a distanza, è una caratteristica imprescindibile.

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